Oltre il limite : workshop conference

I genitori di ragazzi disabili si trovano spesso a interrogarsi sul futuro dei propri figli: cosa accadrà quando non ci saranno più? Come favorire la loro autonomia? Saranno in grado di lavorare e integrarsi nella società? Confrontarsi su  queste domande è l’obiettivo della conferenza organizzata dall’Associazione Donatori del Sangue della Polizia. La conferenza, volta a stimolare la riflessione e offrire possibili risposte, si concentrerà su: Parteciperanno alla conferenza relatori provenienti da diverse associazioni territoriali, con il presidente Sea Scout Group ,Riccardo La Porta , tra di essi e sarà moderata da Daniele Rocchi , Vice Presidente DONATORI NATI . Un’opportunità per condividere esperienze, informazioni e risorse preziose. Fonti :Sea Scout Group – Cooperativa Sociale Onlus Facebook La conferenza avrà luogo presso la sala conferenze seminario Piazza Cattedrale Oristano il 19 gennaio 2024 alle ore 18.00

Da L’unione Sarda 18/05/23: Cabras, una cena con camerieri d’eccezione

Venerdì 26 maggio i clienti del Tharrae, a San Giovanni di Sinis, verranno accolti dai ragazzi della cooperativa sociale Sea Scout. Al grande giorno non arriveranno impreparati. Dopo mesi di formazione ora sanno come si serve un piatto, come chiedere al cliente cosa desidera, quali sono le pietanze del giorno e tanto altro ancora. Per diversi ragazzi che frequento la cooperativa sociale Sea Scout, che svolge attività educativa e di inserimento sociale attraverso lo sport e non solo per persone con disabilità motorie e svantaggi cognitivi, arriva una nuova esperienza. Venerdì 26 maggio diventeranno camerieri per un giorno con tanto di divisa. I giovani accoglieranno i clienti del ristorante Tharrae, a San Giovanni di Sinis. Si tratta dell’appuntamento di “Sea Scout Community”, un progetto di avvicinamento alla comprensione delle persone con disabilità. Riccardo La Porta, presidente della cooperativa spiega il progetto: «Nasce per prendere consapevolezza che il lavoro non è solo fonte di remunerazione ma di dignità sociale. L’obiettivo è quello di far ragionare sulle possibilità di assunzione. In Sea Scout non ci districhiamo in inutili tirocini che non sfociano mai in una reale assunzione, ma formiamo le persone con disabilità a conoscere il mondo e le professioni». «L’obiettivo – spiega ancora La Porta – è quello di far ragionare sulle possibilità di assunzione, anche se sono estremamente realistico sulle molteplici incongruenze legislative, che sfavoriscono l’assunzione reale. In Italia il 6,7 % della popolazione ha una disabilità, e anche se circa 550.000 persone hanno una disabilità intellettiva, 1 italiano su 4 afferma che non gli è mai capitato di avere a che fare con persone disabili». «Gli esercenti, con le loro attività commerciali – conclude La Porta – sono la categoria che più ha la probabilità di doversi interfacciare con persone con disabilità. Entrando a far parte di Sea Scout Community, l’esercente diffonderà il messaggio che è pronto ad accogliere e servire senza la necessità che gli si “spieghi due volte”».

Esiti del 1°Meeting “Subacquea e disabilità”

Si è svolto tra Cabras ed Oristano, in Sardegna, in collaborazione con Wase DivEducation, i dipartimenti disabilità e soccorso acquatico del NRC National Rescue Council, il Centro recupero del Sinis e l’Area Marina Protetta del Sinis ed isola di Mal di Ventre, il 1°Meeting “Subacquea e disabilità” convegno e laboratori esperienziali dove si sono espressi federazioni, tecnici, atleti e istituzioni, legati al mondo della subacquea dello snorkeling e delle attività turistiche acquatiche praticabili da persone con disabilità. Durante questi quattro giorni si è svolta anche la formazione di istruttori ed accompagnatori per subacquei e snorkelisti con disabilità. Il meeting ed il corso sono stati organizzati da Sea Scout Training School, che ha coinvolto nel proprio staff di formatori, pedagogisti, sociologi, formatori del NRC per le materie di soccorso laico e naturalmente Instructor Trainer di subacquea della Wase Diveducation.L’equipe ha formato secondo l’ ATP (Adapted Training Program) programma formativo adattato per rendere le discipline acquatiche accessibili, i 10 istruttori ed accompagnatori che si sono voluti specializzare.Nel percorso formativo sono stati affrontati temi specifici per le disabilità fisiche, sensoriali e intellettivo relazionali e molti sono stati i momenti laboratoriali dove si sono potute condividere le difficoltà dovute agli svantaggi derivanti dalle disabilità e sperimentare gli adattamenti risolutivi.Sono stai molti gli spunti ed i momenti di emotivo coinvolgimento, dal convegno stesso alla liberazione in mare a aperto di un esemplare di Caretta Caretta a cura del CReS Centro Recupero del Sinis, anche grazie alla costante presenza dei 10 atleti Sea Scout, ragazzi con diverse disabilità intellettivo relazionali, selezionati per presenziare tutta la durata del meeting. Novità assoluta di questo meeting dove per la prima volta si sono espressi i “Facilitatori Didattici Sportivi” che non ostante le loro disabilità sono stati formati ed inclusi nello staff di istruttori che hanno operato nella formazione degli istruttori per subacquei e snorkelisti con disabilità.Giada Murgia, con sindrome di Down, Cristian Atzori ipovedente e Massimo Matta paraplegico, non solo hanno tenuto lezione nei moduli riguardanti il loro svantaggio, ma hanno messo gli aspiranti istruttori in condizione di cimentarsi come tali nei confronti di reali subacquei con disabilità i quali hanno potuto correggere e istruire chi in futuro potrà relazionarsi con persone con omologhe disabilità.Giada, Cristian e Massimo al termine del corso sono stati certificati dalla Wase DivEducational così da essere i primi “facilitatori didattici” riconosciuti ed operativi in un centro di formazione sportiva. Tra i relatori del convegno abbiamo avuto il piacere dell’intervento di Carmen Mura, delegata regionale della Fisdir, Federazione Italiana Sport Disabili Intellettivo Relazionale; Vittorio Bianchini, Titolare della Wase Diveducational e fondatore della Fondazione Premio Atlantide; Andrea De Lucia e Andrea Camedda, ricercatori biologi marini del CNR e Centro recupero del Sinis; Sergio Barbesi e Federica Mele per la Fondazione Decathlon.Ospite ed “allievo” d’eccezione Andrea Murdock Alpini che oltre che ad essersi immerso nel programma Atp come allievo poi certificato, ha presentato il suo ultimo libro “Immersioni selvagge”.Moderatore del convegno e direttore del corso nonchè ideatore del’ ATP ( Adapted Training Program) il formatore ed Instructor Trainer Riccardo A. La Porta.

Intervista a RAI TGR Buongiorno Regione

Il 3 aprile 2023 siamo stati ospiti della trasmissione RAI “TGR Buongiorno Regione”, per un’intervista su sport, subacquea, inclusione e disabilità. Con me Giada Murgia – atleta Sea Scout e istruttrice – che ha parlato del proprio lavoro di facilitatrice nella subacquea per persone con disabilità, dei benefici apportati dalle attività sportive, del suo brevetto di subacquea conseguito ad Ancona. Abbiamo parlato dell’importanza della pratica sportiva in Sea Scout, del Campionato Regionale FISDIR di nuoto, disputato dagli atleti Sea Scout il 2 aprile; della partecipazione alla Maratona di Roma (fine marzo scorso); del prossimo Meeting “Subacquea e disabilità”, che si terrà a Cabras il 6 e 7 maggio prossimi e che parlerà dell’attività subacquea come occasione sia di inclusione sociale che di sviluppo in senso turistico del territorio. Abbiamo infine parlato di “POWER OF SPORT”, una tre giorni immersiva di sport integrato, di rilevanza nazionale, che si terrà a Torregrande (Oristano) il prossimo 1, 2, e 3 settembre 2023.

Riflessioni su una lezione di nuoto “qualunque”. Di Stefania Manconi, pedagogista Sea Scout

“Quando sei un Sea Scout, che tu sia un atleta o un coach, sai che le tue giornate non saranno mai più una uguale all’altra, sarà che hanno messo insieme tutti con una diagnosi di iperattività??? Eh no, non è proprio così!Faccio un esempio, complice il fatto che l’episodio è accaduto stasera, durante il corso di nuoto.Ognuno di noi si iscrive ad un corso di nuoto per imparare e migliorare la tecnica di questa disciplina, ma a Sea Scout mica può bastare. Se hai come istruttore Riccardo La Porta non avrai mai un allenamento come in altre piscine.Per la prima volta sono state spente le luci superiori della piscina e lasciate delle luci nei bordi delle vasche, con delle musiche bellissime di sottofondo, dove il rilassamento a fine giornata è sicuramente assicurato, non avevo mai fatto una lezione di nuoto così!Ma oggi si è superato. Ho indossato una benda sugli occhi e un paio di cuffie, simulando di essere non vedente e sorda, tutto questo dallo spogliatoio fino alla vasca, guidata da Riccardo, che mi ha fatto indossare la maschera sopra la benda e mi ha fatto entrare in vasca da sola. La paura più grande? Cadere mentre arrivavo fino alla vasca, perché non avevo idea di quanta distanza ci fosse, nonostante conoscessi quel percorso.Altra paura quella di cadere in acqua non trovando il bordo vasca.Ma è andato tutto bene e sono entrata in acqua. Dentro l’acqua è stato diverso, cercavo di non sbattere e ovviamente di avere sotto controllo lo “spazio” e l’orientamento. Ma in fondo lì dentro, cosa mi serviva? Dicono che, dentro l’acqua siamo come dentro il grembo materno, al sicuro, e in fondo hanno ragione, se come dice Riccardo, l’acqua diventa tua amica, e tu ti lasci abbracciare, che tu sia cieco o sordo, che tu abbia una disabilità o no.Una cosa è certa, per me che parlo di emozioni, con il gruppo dei ragazzi della Stanza degli Affetti, a Sea Scout, c’è stato una forte emozione, difficile darle parola subito, ma prepotente nell’emergere.Chi ha la fortuna di poter vivere il nuoto e soprattutto l’acqua in questa maniera, è davvero fortunato! E ha la possibilità di poter far provare ad altre persone, disabili e non, questa meravigliosa esperienza formativa e di vita.Come dico scherzando, il mio presidente è differente! Grazie Riccardo.” Stefania Manconi – Pedagogista in Sea Scout

I danni delle attività gratuite

Di Riccardo la Porta e Stefania Manconi. Voglio subito premettere che questo articolo non è a discapito delle organizzazioni di volontariato, tantomeno a discredito delle migliaia di persone che a titolo gratuito offrono il loro tempo e il loro operato nei più disparati ambiti. Spesso l’approccio a persone con disabilità o svantaggio in generale, è dettato da quel sano egoismo nel ricercare la pace dei sensi e del cuore, quella voglia di sentirci utili e importanti per qualcuno, e se questo qualcuno ne è realmente bisognoso tanto meglio. Spesso però c’è una sovrapposizione tra volontario e professionista, tra volontà e competenza, tra disponibilità e disposizione. Ed è qui che si perde il punto: a dispetto di un immediato beneficio – quello di poter usufruire gratuitamente di un servizio, di farne venir voglia o di vincere il dubbio se affrontare una spesa o no – si perde la garanzia della disponibilità futura, della ripetibilità dell’esperienza e della disponibilità di spazi e strutture. Tutto ciò accade molto spesso nel mondo della formazione sportiva, dove non è facile trovare l’opportunità di fare esperienze (prove) gratuite per portatori di handicap. Il problema spesso è che, per chi una volta “convinto” dalla prova, non c’è la possibilità di proseguire nell’esperienza o nella formazione.Di certo la maggior parte delle associazioni o realtà sportive agiscono mosse dalle più nobili delle motivazioni, ma tra loro – non troppo celate – si muovono anche grandi organizzazioni. Non ne è immune il mondo della subacquea sportiva dove, dopo l’interagire con disabili, organizzare eventi che richiamino l’articoletto di giornale e l’assessorino di turno per far due foto, rimane ben poco… Tutto ciò che è a pagamento è dunque sinonimo di qualità? NO! Non possiamo dimenticare però che la professionalità degli operatori è un investimento, di tempo e di denaro spesi nella formazione, anche per dare delle competenze e mettere a disposizione strumenti “adattati”, che hanno dei costi di reperibilità e di utilizzo. Si pensi al lavoro con le persone “speciali” e all’ulteriore preparazione che richiede. Tutto ciò che è gratis è scadente? Assolutamente no! Ma è vero che può essere un campanello d’allarme. Alla fonte di ciò che è gratis c’è sempre chi paga, e io mi chiedo sempre perché e quanto mi costa. Come accennato, nel mondo della subacquea c’è da tempo un susseguirsi di eventi ed opportunità per provare a respirare sott’acqua, come se ci volesse chissà quale capacità (e parlo da Instructor Trainer). In prima fila grandi e blasonate associazioni di settore vantano la formazione di “subacquei disabili”, ma dopo l’organizzazione di eventi, proclami e la (costosa) formazione di guide subacquee e istruttori, rimane ben poco per chi volesse realmente praticare l’attività in autonomia.La realtà è che anche chi è mosso dalle più nobili e sincere motivazioni, se non incontra una sostenibilità economica, non può garantire la continuità né la ripetibilità delle attività. In sostanza, per garantire che “Tonino”, ragazzo con sindrome di Down, pratichi la subacquea con continuità, bisogna potergli garantire una formazione adeguata, e garantirgli anche di poter praticare la disciplina tutte le volte che vuole; quindi bisognerebbe garantire a Tonino il diritto di essere cliente, ed esigere un servizio di qualità e valore adeguato al mercato!

L’inclusione nello sport

Inclusione. Bisognerebbe richiedere un patentino solo per poterla usare, questa parola. Ormai tutto è inclusivo, tutto è terapeutico. Ma poi la maggior parte delle attività “inclusive” sono assenti di persone con disabilità. Anche lo sport, spesso, è racchiuso in quella cerchia dove “il disabile” è una icona, un’insegna ad impreziosire un club e non un atleta incluso, per l’appunto, in un team sportivo. Da qui molte agenzie formative, hanno più istruttori o accompagnatori che atleti con disabilità. Uno sport o una disciplina, a mio parere, per avere una valenza di beneficio sociale, a sostegno delle autonomie, dovrebbe essere praticato almeno in contemporanea con altre discipline. In Sea Scout si predilige l’atletica ed il nuoto come sport “prestazionali” e la subacquea e lo snorkeling come discipline ludiche. Opinioni, ma le facce dei nostri atleti dicono molto…

I benefici delle pause negli sport paralimpici

Si parla spesso di sport terapia prendendo in considerazione il benessere derivante dalla pratica di un esercizio fisico. Sono sempre più convinto che sottovalutiamo il benessere derivante dai momenti di pausa, da tutto ciò che accade, o dal nulla che accade, tra un attività e l’altra. Il diritto di far nulla, di abbandonarsi ai pensieri che poco entrano nella prestazione svolta o in quella che sarà… Uscito dalla piscina e prima di andare in palestra, Tonino ama il camino e le chiacchere con i suoi amici Sea Scout, e noi “operatori”, magari un passo indietro ed in silenzio… invidia…

riccardo la porta subacquea disabilità sea scout

Subacquea e disabilità: l’importanza della formazione.

Se rivolte a persone con disabilità, la subacquea ed il sea watching consentono di apportare innegabili benefici, sia personali che sociali: anzitutto perché l’attività fisica e lo stimolo motorio e mentale costituiscono un tassello fondamentale nel benessere psicofisico delle persone; in secondo luogo perché l’apprendimento ed il rispetto di una disciplina ben strutturata contribuirà all’inserimento sociale delle persone con disabilità.